CORPO MOBILE
Corpo mobile è una scultura nata dalla collaborazione con l’artista Beatrice Meoni a cui ho chiesto in prestito uno schizzo preparatorio con l’intenzione di rendere tangibile il gesto spontaneo del disegnare. Il lavoro nato in occasione dell’esposizione L’attenzione e tessuto novissimo osserva l’immediatezza del tratto grafico tramutandolo in una scultura dall’equilibrio precario.
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The mobile Corpo mobile began taking form when I asked artist Beatrice Meoni if I could borrow one of her preparatory sketches with the intention of making this spontaneous gesture of hers tangible. The work created on the occasion of the exhibition L'attenzione è tessuto novissimo [Attention is Novel Fabric] transforms the immediacy of the drawn line into a sculpture of precarious balance.
Corpo mobile è una scultura nata dalla collaborazione con l'amica pittrice Beatrice Meoni a cui ho chiesto in prestito uno schizzo preparatorio per tradurlo in volume. Il lavoro nato in occasione dell'esposizione L'attenzione e tessuto novissimo è stato poi tagliato a pezzi al termine della mostra.
I lavori che seguono nascono da opere precedenti e per la maggior parte sono rielaborazioni di Corpo mobile. La serie è composta principalmente da strutture in tondino di ferro e cotone. Sono presenze di dimensioni umane, non molto più grandi ne più piccole di un corpo, l'uso del tondino si rifà al tratto del disegno, mantenendo visibili i passaggi del cancellare, del ripensare e dell'assemblare mano a mano.
Ciò che le caratterizza è il contrasto tra la nudità della struttura e la la presenza morbida di intrecci e cuciture.
Il peso in basso dato da pietre, ferro o blocchi di cemento è elemento di equilibrio ed è presente nella sua pura funzionalità.
Non estranea al mondo della pazzia per aver attraversato la pazzia del mondo, era inizialmente parte di una grande installazione esposta en plein air e danneggiata una notte, da un gruppo di vandali; la carcassa rimasta, ribaltata e rielaborata, ritrova nuova vita in questa forma.
Il titolo è tratto da una riflessione sull’opera di Carol Rama.